Come realizzare un microfono Subkick artigianale

Come realizzare un microfono Subkick artigianale

Come Realizzare Microfono Subkick Artigianale

Le frequenze basse sono quelle più difficili da addomesticare. In fase di mixaggio, lavorare sulle frequenze basse può essere complicato, soprattutto se si utilizzano Monitor Audio con poca risposta nel range sotto i 100hz o se si lavora in una stanza piccola: facilmente i bassi possono risultare poco presenti. Ma anche in fase di registrazione non è semplice riuscire a tirare fuori frequenze al di sotto dei 150 hz, che possono derivare dalla cassa di batteria o dal basso.

Un problema che è venuto fuori già nel lontano 1966, più precisamente alla corte dei Beatles. Si era a lavoro per registrare Paperback Writer e Paul Mc Cartney decise di andare oltre il classico suono del basso. Invece di un microfono provò a posizionare davanti all’amplificatore un cono, uno speaker.

Che cosa è il microfono subkick? A cosa serve?

Ascoltando il basso in Paperback Writer si può, dunque, riuscire già a intuire la differenza tra un microfono subkick e un microfono normale. Per rendere quel suono molto ovattato Paul Mc Cartney decise di mettere in pratica un trucco noto in tanti studi di registrazione. Infatti, il microfono subkick è utilizzato per catturare le basse frequenze (low end) della cassa della batteria, utilizzando un mid-woofer: all’epoca si recuperava il woofer delle Yamaha NS10, ampiamente disponibile nei mercatini a causa delle morti premature del tweeter.

In breve, i microfoni e gli altoparlanti sono trasduttori, cioè convertono una grandezza fisica in un’altra. Un microfono riceve una pressione sulla membrana, trasformandola in segnale elettrico. L’altoparlante ha lo stesso principio, però al contrario. Quindi il cono di una cassa potrebbe essere utilizzato come microfono se, invece di collegarlo a un amplificatore per riprodurre musica, si collega ad un preamplificatore o ad un mixer per captare segnali sonori.

Però un altoparlante, rispetto a una capsula microfonica, ha un’inerzia molto elevata (significa che offre molta resistenza per passare dallo stato di quiete a quello di moto), che permette di trasdurre un segnale privo totalmente di frequenze alte e gran parte di quelle medie.

Come realizzare un microfono Subkick artigianale

Passiamo, ora, a vedere come realizzare un microfono subkick artigianale. Non è un procedimento troppo complesso. Innanzitutto è necessario procurarsi un cono. Ovviamente con la dimensione del cono varia anche il suono che poi riuscirà a restituire. Solitamente si utilizza un cono da 6 o 8 pollici. Un cavo di segnale con un connettore XLR (ossia Cannon) o jack – come si preferisce -, e un’asta microfonica come supporto del cono (ad esempio una di quelle piccole da tavolo).

Collegare il polo positivo del cono sul polo numero due del Cannon, il polo negativo del cono sul polo numero 3 del Cannon, mentre la massa del Cannon si va a collegare su una parte metallica (si può anche fissare sull’asta utilizzata come supporto). Infine fissare con una vite e delle fascette il subkick all’asta, utilizzando i buchi del cono che solitamente si utilizzano per avvitarlo nel mobile delle casse.

Indicazioni per l’utilizzo di un microfono Subkick

Vediamo ora alcune indicazioni utili per l’utilizzo del microfono subkick. Solitamente si utilizza per la cassa della batteria, in combinazione alle tecniche classiche di microfonazione e ripresa audio per registrare la batteria. Ma Sir Paul ci ha insegnato che va bene anche per un certo suono di basso.

In generale si utilizza per gli strumenti che emettono frequenze al di sotto dei 150 hz. Ovviamente quando si è in fase di registrazione, c’è da considerare che, come per i microfoni, il suono cambia al variare del posizionamento: l’angolo e la distanza dalla fonte influiscono sul tipo di suono che si acquisisce. Il consiglio, in generale, è di utilizzarlo in aggiunta a un normale microfono.

2018-04-09T14:57:11+00:00

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